
INDICE
Introduzione Come capire subito se la tua azienda è in crisi
Come riconoscere i 7 segnali della crisi d’impresa
Segnale di crisi n.1: diminuzione del fatturato
Segnale di crisi n. 2: i crediti aumentano
Segnale di crisi n. 3: il magazzino è pieno
Segnale di crisi n. 4: usi i fidi a “tappo”
Segnale di crisi n.5: non paghi le imposte ed i contributi
Segnale di crisi n. 6: paghi in ritardo gli stipendi o le tredicesime
Segnale di crisi n. 7: paghi in ritardo i fornitori
Vantaggi
INTRODUZIONE COME CAPIRE SUBITO SE LA TUA AZIENDA E’ IN CRISI
Tanti imprenditori che conosco non pensano di essere responsabili della situazione finanziaria della propria azienda.
Mi dicono: “Noi paghiamo profumatamente il nostro commercialista di fiducia affinché se ne occupi”.
Mi permetto di chiederti: sei proprio così sicuro che spetti a lui occuparsene? Sei davvero certo che la cosa non ti riguardi assolutamente?”
Lo sai perché te lo chiedo? Dalla mia esperienza professionale di oltre 10 anni come business coach esperto in finanza aziendale e crisi d’impresa i commercialisti non si sentono responsabili del controllo dell’andamento finanziario della tua azienda.
Se tu dai per scontato questo aspetto e continui a prendere decisioni finanziarie in modo istintivo, rischi seriamente di fare la fine di un mio cliente che si chiama Marco.
Marco è il titolare di un’azienda di confezioni d’abbigliamento nel Veneto e ricopre il ruolo di socio amministratore.
Negli ultimi anni, Marco si trova in una situazione di grave crisi d’impresa e la sua vita e quella dei suoi familiari è diventata un inferno.
Numerose cartelle esattoriali ricevute dall’Agenzia Entrate Riscossione (ex Equitalia), atti di pignoramento subiti sui conti correnti bancari, richieste di rientro dei fidi bancari concessi, decreti ingiuntivi ricevuti dai fornitori, cause di lavoro promosse dai dipendenti, assenza di liquidità, accumulo dei debiti, rappresentano ora i problemi quotidiani che Marco deve affrontare nella sua azienda.
Se desideri evitare di fare la fine di Marco che ha perso completamente la propria tranquillità e serenità, t’invito a scoprire i 7 segnali premonitori della crisi d’impresa che devi assolutamente saper riconoscere immediatamente se vuoi evitare l’insorgere di una crisi profonda capace di portarti in poco tempo dritto al fallimento.
Ricordati che muoversi per tempo, adottando le azioni strategiche corrette, è di vitale importanza per salvare la tua impresa.
Questione di vita o di morte.
COME RICONOSCERE I 7 SEGNALI DELLA CRISI D’IMPRESA
Ti devi attivare per sviluppare subito un solido sistema di controllo di gestione finanziaria affidabile e aggiornato per monitorare continuamente i dati economici e finanziari della tua azienda.
Se non ti attivi subito per sviluppare suto per sviluppare un solido sistema di controllo di gestione finanziaria, esponi la tua azienda, la tua persona, la tua famiglia a dei rischi importanti.
Quali sono i gravi rischi che corri? Essi spaziano dall’impossibilità di sviluppare il tuo business, all’accumulo dei debiti, fino ad arrivare al fallimento vero e proprio.
“Come controlli i dati economici e finanziari della tua impresa?’”
Ci sono due modi per capire se un’azienda è in crisi .
Il primo modo è basato sull’analisi di bilancio per indici e flussi.
Essa consiste nella riclassificazione di tutti i conti di bilancio per comprendere la capacità o meno di creare liquidità in azienda.
Potresti chiederlo al tuo commercialista di fiducia. Ti avverto però che non tutti i commercialisti sono disposti a farlo poiché non hanno la competenza specialistica e il tempo necessario, soprattutto se non lo stai pagando da tempo.
Partiamo quindi dal principio che nessuno ti faccia l’analisi di bilancio per indici e flussi.
In questo caso, esiste un secondo modo più semplice e rapido.
Esso si basa sul riconoscere i 7 segnali della crisi che non devi assolutamente trascurare.
Quali sono? Te li illustro.
SEGNALE DI CRISI N. 1: DIMINUZIONE DEL FATTURATO
Uno dei segnali più evidenti è la diminuzione del fatturato per verificare se l’azienda è in crisi.
Sembra l’uovo di Colombo o una banalità.
In realtà, ti posso assicurare che molti imprenditori non prendono seriamente la perdita di fatturato registrata negli ultimi anni.
Anzi ti dirò di più.
Molti di loro non sanno neppure a quanto è arrivato precisamente il loro fatturato nel corso dell’anno.
La perdita del fatturato rappresenta però un segnale importante che significa che qualcosa non sta funzionando come dovrebbe.
Quali sono le ragioni per cui un’azienda può diminuire il proprio fatturato?
Possono essere molteplici.
Te ne elenco alcune:
- i tuoi clienti ti abbandonano per passare alla tua concorrenza;
- i tuoi concorrenti sono più agguerriti e organizzati di te;
- hai tagliato erroneamente dei costi strategici che hanno portato la tua azienda ad un’ulteriore perdita di fatturato;
- non hai innovato il tuo modello di business, mentre le aziende concorrenti sono andate avanti;
- non hai capito o non sai che il mercato ti sta chiedendo altri prodotti o servizi.
“Se la tua azienda stesse perdendo fatturato senza che te ne sia accorto, che cosa devi fare allora?”
Devi immediatamente fare questo:
- abituarti a tenere continuamente sotto controllo l’andamento del fatturato valutando l’andamento della tua azienda da un mese all’altro;
- focalizzare i tuoi sforzi economici sullo sviluppo del marketing, sulle strategie di promozione e sui sistemi di incentivazione della forza vendita.
SEGNALE DI CRISI N.2: I CREDITI AUMENTANO
Una delle prime cose che faccio quando verifico lo stato di salute di un’azienda, è quello di analizzare in modo approfondito i crediti verso clienti iscritti in bilancio.
Spesso per l’imprenditore non è facile capire che molte volte un aumento dei crediti verso clienti rappresenta un segnale di crisi d’impresa.
Eppure ti posso assicurare che l’aumento dei crediti verso clienti, se non è giustificato da un più che proporzionale aumento del fatturato, costituisce un serio campanello d’allarme che non dovresti assolutamente sottovalutare.
Lo sai perché?
Molto spesso mi trovo a valutare i bilanci d’imprenditori che, pur di portare a casa il cliente e di aumentare il fatturato, accettano di concedere dilazioni di pagamento irragionevoli passando da 60 giorni a 90 giorni a 120 giorni o addirittura a 180 giorni.
Sono quegli imprenditori che gonfieranno il conto di bilancio crediti verso clienti di centinaia di migliaia di euro che non riusciranno più ad incassare, perché uno o più clienti allungheranno sempre di più i tempi di pagamento oppure peggio ancora alcuni clienti salteranno e non pagheranno più quelle maledette fatture.
Molte volte trovo imprenditori che si autogiustificano dicendo che nel loro settore si va avanti così.
Molte volte trovo inoltre imprenditori che pensano di aver trovato nell’ottenimento di anticipi bancari la miracolosa pomata per curare questa grave malattia degenerativa della “ritardite” o dei mancati incassi.
Tuttavia, per quanto tu possa nascondere come uno struzzo la testa sotto la sabbia, ti posso garantire che se i tuoi crediti verso clienti aumentano in modo ingiustificato, la crisi sta bussando alle porte della tua azienda.
“Se la tua azienda stesse aumentando in modo ingiustificato i crediti verso i clienti, che cosa devi fare allora?”
Ti voglio dare questi importanti consigli per evitare che la tua azienda entri in crisi:
- controlla ogni mese l’andamento dei crediti verso i clienti, analizzando attentamente i giorni medi d’incasso e verifica se stanno aumentando o diminuendo;
- imponi rigide procedure d’incasso dei crediti verso i tuoi clienti facendo rispettare i tempi di dilazione di pagamento e prevedendo delle penalità nel caso di proroga ulteriore dei tempi concordati di dilazione di pagamento;
- abbandona i tuoi clienti peggiori nel caso di crediti insoluti altrimenti sei destinato a fallire;
- usa le banche dati commerciali a pagamento per misurare il rischio di credito prima di concedere dilazioni di pagamento;
- assicura il tuo credito ribaltando il costo dell’assicurazione nel preventivo che tu fai al tuo cliente.
Ti ricordo che tu fai l’imprenditore per guadagnare e che non sei obbligato a servire quei clienti che mettono seriamente a rischio la continuità della tua azienda.
SEGNALE DI CRISI N.3: IL MAGAZZINO È PIENO
Il magazzino è uno dei misuratori più significativi dello stato di salute economica e finanziaria dell’azienda per capire se l’azienda è in crisi.
Ti ricordo che per realizzare il prodotto o acquistare materie prime e prodotti finiti, la tua azienda investe denaro.
Fino al momento in cui un tuo cliente non compra e incassi il denaro, i tuoi soldi restano fermi sotto forma di prodotti da vendere.
Devi inoltre sapere che se i tuoi prodotti restano per molto tempo in magazzino, il loro valore di mercato diminuisce inesorabilmente.
Una giacca da uomo che costa ad esempio oggi 280 euro, può valere fra 10 anni ad esempio 50 euro.
Ma perché il tuo magazzino può aumentare?
Lasciando stare che il tuo magazzino può aumentare per “politiche di bilancio”, i motivi reali possono essere molteplici.
Ad esempio il tuo magazzino può aumentare per questi motivi:
- hai accumulato sui tuoi scaffali prodotti ormai invendibili, ma non puoi scaricarli perché il tuo bilancio registrerebbe una grave perdita;
- hai sbagliato ordine, comprando merce che difficilmente puoi vendere sul mercato perché non te lo richiede.
Ti ricordo che la crescita del magazzino senza una valida ragione (ad esempio accumulo nuovi prodotti in magazzino poiché sto facendo partire un nuovo progetto imprenditoriale), significa finanziariamente che stai bruciando denaro.
“Se la tua azienda avesse il magazzino in crescita, che cosa devi fare allora?”
Devi abituarti a seguire immediatamente questi consigli:
- valuta i prodotti che hai in magazzino al valore corrente dato dal prezzo di mercato e non dal costo originario di acquisto o di produzione;
- monitora l’andamento di questi valori ogni tre mesi;
- negozia con i fornitori accordi di collaborazione commerciale che riducano la tua necessità d’investire nel magazzino;
- adotta un modello di business che ti consente di acquistare sul venduto.
Qualunque sia il consiglio che tu intenda adottare, ti consiglio per il tuo bene di farlo in fretta.
SEGNALE DI CRISI N.4: USI I FIDI A “TAPPO”
Spesso sento dire dagli imprenditori questa frase: “Con la mia banca va tutto bene, poiché non sconfino mai sui fidi che mi hanno concesso, anche se li uso sempre al limite massimo e avrei comunque bisogno di maggiore fido”.
Scusami se sono brutale con te.
Se anche tu hai detto queste parole, ti avviso subito che non va tutto bene.
Lo sai perché?
La situazione di tensione finanziaria dei fidi di cassa e degli anticipi su fatture e ricevute bancarie, rappresenta un segnale di crisi che non puoi assolutamente ignorare.
La ragione principale per cui stai utilizzando in questo momento gli affidamenti concessi a “tappo” è dettata dal fatto che ti trovi nella presunta necessità di concedere dilazioni di pagamento non sostenibili.
“Che cosa significa utilizzare i fidi a tappo?”
Significa che stai utilizzando i fidi concessi per più dell’80% dell’importo concesso.
Non dovresti mai utilizzare i tuoi fidi concessi oltre l’80%, poiché l’utilizzo ad esempio al 90% o addirittura al 100% fa sì che tu risulti disperato agli occhi delle tue banche.
La banca comincia a tenere sotto controllo il tuo conto corrente, poiché stai utilizzando in modo anomalo il fido concesso e ciò accende una spia di allarme sulla tua azienda.
Se poi vai fuori fido e ci rimani per un po’ di giorni, la spia di allarme per la banca diventa ancora più forte.
Lo sai che cosa succede al momento della valutazione del rinnovo dei fidi in essere?
L’analista bancario o meglio il misterioso “deliberante” scrive che non sei più affidabile per una di queste cause:
- la tua azienda non ha un’adeguata struttura finanziaria;
- non sei in grado di generare margini di guadagno sufficiente per coprire le tue spese correnti;
- nella tua azienda le forniture sono sempre pagate prima di incassare dai clienti.
Se poi uno dei tuoi clienti non ti pagherà o ritarderà comunque anche di un solo giorno il pagamento della fattura anticipata, il tuo rating bancario crollerà e di conseguenza la tua azienda è considerata in crisi.
“E tu lo sai che cosa succede quando il rating si abbassa?”
La banca per tutelare il suo rischio di credito usa questi strumenti di difesa:
- ti chiede più firme di garanzia, anche per esempio quelle della moglie, del papà, della mamma;
- ti costringe a presentare la domanda di garanzia statale L. 662/96 Mediocredito Centrale;
- ti costringere a spendere soldi per ottenere la garanzia da un consorzio fidi gradito alla banca;
- ti costringe a prendere ad acquistare delle azioni della banca da dare in pegno;
- ti riduce i fidi concessi;
- ti costringe a rientrare totalmente dai fidi concessi concordando un piano di rientro nel breve periodo.
D’altronde, se continui ad utilizzare a tappo i fidi concessi in modo completo ed in modo permanente, significa che non riesci a far fronte alle tue normali esigenze di cassa e ti trovi nelle condizioni di dover utilizzare ogni centesimo di euro prestato dalle banche.
“In concreto tu lavori con i tuoi soldi, ma devi pagare alti interessi passivi alla banca”.
Attenzione!
Con gli alti interessi passivi che sei costretto a pagare alle banche, rischi seriamente di mangiarti il tuo margine di guadagno senza che te ne accorga!”
Ho conosciuto e seguito imprenditori che hanno gestito la loro azienda in una situazione di forte tensione finanziaria, facendo per anni il “gioco delle tre carte” tra i conti correnti, l’anticipo delle fatture, i prelievi contanti, le carte di credito.
“Se la tua azienda utilizzasse i fidi a tappo, che cosa devi fare allora?”
Segui attentamente questi miei consigli per evitare che la tua azienda entri in crisi:
- reimposta completamente il ciclo di cassa cercando di ridurre o di allineare i tempi d’incasso dai clienti con i tempi di pagamento dei fornitori;
- utilizza gli anticipi bancari solamente su una parte del tuo fatturato derivante esclusivamente dalla clientela sempre puntuale nei pagamenti meritevole di concessione di dilazioni di pagamento;
- utilizza gli anticipi bancari in modo tale che le somme anticipate dalla banca rientrano in tempi brevi, meglio entro il mese di utilizzo;
- non utilizzare mai i fidi concessi per impiegare il denaro per investimenti che avranno un ritorno economico solo nel lungo periodo.
Se l’utilizzo dei fidi concessi è l’unico modo che hai per coprire le spese generali della tua azienda, ti assicuro che la tua azienda è in crisi.
Molti imprenditori che ho conosciuto non hanno chiaro questa situazione: si trovano ad avere un fatturato anche elevato, ma in realtà hanno poca vera liquidità prodotta dalla gestione ordinaria aziendale poiché l’anticipo bancario rende utilizzabile in anteprima del denaro non ancora disponibile sul tuo corrente.
“Il problema è che in questo modo stai drogando la tua testa e la tua azienda, poiché avendo prima la liquidità non ti rendi conto che la tua azienda sta bruciando continuamente liquidità.”
SEGNALE DI CRISI N.5: NON PAGHI LE IMPOSTE ED I CONTRIBUTI
Molti imprenditori si lamentano delle tasse troppo alte.
Hai ragione. Lo so bene.
Come so che tu non paghi le tasse non perché vuoi evadere, ma perché non sei riuscito a mettere da parte i soldi per pagare l’Iva, l’Irpef, i contributi previdenziali, ecc.
In sostanza, ti manca il denaro in cassa.
Allora fai questa scelta.
Decidi di autofinanziarti saltando il pagamento delle imposte e dei contributi per mantenere in cassa la liquidità necessaria per pagare i dipendenti e una parte delle spese di gestione della tua attività.
Ti capisco.
Devo però darti una brutta notizia.
La mancanza di denaro per pagare le imposte ed i contributi rappresenta un segnale di crisi molto forte, che come imprenditore non puoi e non devi assolutamente trascurare.
È vero che nell’immediato respiri non versando l’Iva, le tasse, i contributi poiché mantieni in cassa la liquidità necessaria per coprire una parte delle tue spese aziendali.
Solo che questo comportamento, oltre ad essere sanzionabile, rischia di sfociare in gravi illeciti civili e penali (se non si hanno le conoscenze tecniche adeguate) e in una crisi aziendale dirompente in breve tempo.
Spesso parlando con tanti imprenditori mi sento dire:
“Dottore, mi scussi, mi ero dimenticato di dirle che ho anche 1 milione di euro di cartelle esattoriali”.
Te lo dicono come se fosse una cosa di poco conto o comunque come un male necessario.
Forse il tuo commercialista di fiducia non ti ha mai spiegato che le cartelle esattoriali sono titoli esecutivi che l’Agenzia delle Entrate e Riscossione (ex Equitalia) può utilizzare per pignorarti in qualsiasi momento i conti correnti aziendali, iscrivere ipoteche sul capannone, mettere all’asta il furgone aziendale, ecc.
Forse il tuo commercialista di fiducia non ti ha neppure spiegato che i tempi di riscossione si sono notevolmente accorciati e non passano più tanti anni prima che l’Agenzia Entrate Riscossione aggredisca il tuo patrimonio per soddisfare i suoi crediti vantati nei tuoi confronti.
Devo condividere con te questa importante considerazione.
Se tu hai un debito con il Fisco per un importo grande o piccolo che sia, anche se lo stai pagando a rate in base ad un piano di rateizzazione od in misura scontata e a rate in base ad un piano di rottamazione o in base all’utilizzo dell’agevolazione saldo e stralcio, non stai lavorando con i tuoi soldi ma con quelli che devi pagare allo Stato.
“Se la tua azienda non riuscisse a versare più le imposte, tasse, contributi, che cosa devi fare allora?”
Ti voglio dare questi importanti consigli per non far cadere in crisi la tua azienda:
- indaga attentamente sulle ragioni per le quali non riesci a pagare le imposte ed i contributi, concentrandoti su alcuni dati importanti della tua gestione aziendale ordinaria quali ad esempio il margine di guadagno, la liquidità creata, ecc.;
- fai una proiezione finanziaria delle scelte di politica fiscale fiscali che fai, prevedendo le uscite finanziarie che avrai per il pagamento d’imposte, tasse, contributi quando decidi di pagare o di rinviare il pagamento di quei maledetti F24;
- effettua una pianificazione fiscale per abbattere legalmente il pagamento delle imposte e dei contributi a tuo carico.
Quello che è importante che tu capisca immediatamente, è che devi ora strutturare immediatamente programmi di rimborso delle imposte e dei contributi non pagati prima che il Fisco travolga come una valanga la tua azienda trascinandola in una grave crisi.
SEGNALE DI CRISI N. 6: PAGHI IN RITARDO GLI STIPENDI O LE TREDICESIME
Ti devo dire la cruda verità.
I tuoi dipendenti lavorano nella tua azienda, per portare a casa lo stipendio. C’è poco da girarci intorno.
Non puoi considerare seriamente questo fatto.
Cosa succede veramente se paghi in ritardo gli stipendi o le tredicesime?
Se non riesci a pagare gli stipendi o le tredicesime, aumenta giorno per giorno il malumore in azienda.
Tuttavia il problema non sono i musi lunghi. Il vero problema è rappresentato dal fatto che ti troverai ad avere dipendenti poco motivati, facilmente irritabili, poco produttivi. All’improvviso, aumentano le ore di malattia ed il numero d’infortuni sul lavoro.
Non solo.
In poco tempo, rischi di perdere i dipendenti migliori che hai faticosamente formato e hai fatto crescere professionalmente investendo su di loro ore ed ore. Essi cominciano a guardarsi intorno alla ricerca di un lavoro più sicuro. Non possono più ricevere degli stipendi in ritardo. Hanno una famiglia da mantenere.
Corri anche un altro notevole rischio.
Rischi di subire una causa di lavoro che potrebbe costarti molto cara.
Lo sai come generalmente si comporta un dipendente licenziato per crisi d’impresa o per giusta causa o perché semplicemente aveva presentato le dimissioni?
Il dipendente licenziato si reca dal sindacato che, dopo aver illustrato il caso, propone al dipendente l’acquisto della tessera del sindacato per poter ricevere gratuitamente il servizio di assistenza legale.
A quel punto, dopo aver fissato un appuntamento, il consulente spiega al dipendente licenziato, che il modo più veloce per ottenere gli stipendi arretrati e il trattamento di fine rapporto, è quello di fare causa al suo ex datore di lavoro per avere ragione. In caso di mancato pagamento, il dipendente licenziato prosegue chiedendo il fallimento dell’azienda in cui lavorava.
Lo dicono con una leggerezza imbarazzante e molti dipendenti vengono spinti a farlo quando entrano in contatto con i sindacati per presentare la domanda di disoccupazione.
Ecco perché non devi assolutamente trattare con superficialità il taglio del personale, anche sei in una situazione di crisi aziendale.
Rischi seriamente che la tua azienda vada in crisi.
Il ritardo del pagamento degli stipendi o delle tredicesime può diventare un grave problema per te e mettere il bastone tra le ruote a qualsiasi processo di risanamento aziendale che preveda il taglio dei costi del personale.
“Se la tua azienda non riuscisse a pagare gli stipendi o le tredicesime, che cosa devi fare allora?”
Segui attentamente questi consigli:
- organizza un piano di riduzione del personale prendendo in mano l’elenco dei tuoi dipendenti e valuta attentamente la loro importanza in funzione del loro ruolo aziendale;
- negozia con i dipendenti che hai deciso di tagliare le condizioni di rientro degli stipendi scaduti e scrivi i termini dell’accordo;
- valuta la possibilità di tagliare il personale affidando all’esterno una parte delle lavorazioni.
So bene che si tratta di scelte molto difficili e talvolta ingiuste, ma sono necessarie.
Il motivo per cui sono così diretto e duro con te, deriva dal fatto che ne ho viste così tante in oltre 10 anni di attività professionale che ho imparato che è molto più importante risolvere i problemi trovando le giuste soluzioni piuttosto che lamentarsi continuamente dei problemi senza trovare le adeguate soluzioni.
SEGNALE DI CRISI N. 7: PAGHI IN RITARDO I FORNITORI
Non è facile gestire il rapporto con i fornitori quando cominciano a mancare i soldi nella tua cassa aziendale.
Grazie ai tuoi fornitori che conosci da una vita riesci ad andare avanti con la tua attività imprenditoriale ricevendo i prodotti o servizi di cui hai estremo bisogno.
Di fatto molto spesso hanno il coltello dalla parte del manico, perché ti minacciano di non consegnare se non paghi la loro fattura.
Addirittura mi capita spesso di conoscere imprenditori che sono costretti a firmare assegni post-datati per consegnarli ad un loro fornitore senza il quale sarebbe saltata la commessa importante.
Senza considerare la figuraccia che tu fai con i fornitori che ti conoscono da una e che hai sempre pagato puntualmente.
Quando devi dei soldi al fornitore che conosci da vent’anni e con il quale sei amico, ai problemi finanziari si sommano quelli personali.
Il primo decreto ingiuntivo ti arriva spesso dal fornitore amico. Quando si tratta d’affari, che tu ci possa credere o meno, non si guarda in faccia l’amicizia.
Magari riesci con grande difficoltà a pagare l’importo del decreto ingiuntivo, ma non riesci più a rispondere al telefono al tuo fornitore ex amico per la vergogna mista alla rabbia che cova dentro di te.
Ma la vergogna e la rabbia sono solamente due problemi quando hai dei debiti con i tuoi fornitori.
Il rapporto con i fornitori è un elemento importante per il 95% delle aziende.
Pensaci bene. La capacità produttiva della tua azienda e la velocità con la quale riesci a servire i tuoi clienti dipendono dalla relazione che mantieni con i tuoi fornitori.
“Ma ti sei mai chiesto perché non riesci più a pagare i fornitori alle scadenze delle loro fatture?”
Le ragioni per le quali non hai mai abbastanza soldi per pagare i tuoi fornitori sono molte: prezzi di vendita troppo bassi, clienti che non pagano puntuali, spese non preventivate, ecc.
Devo essere chiaro con te.
Smetti di giustificarti dando la colpa esclusivamente a cause esterne alla tua impresa, come ad esempio la pandemia Covid19, la banca che non ti eroga più finanziamenti, il governo ladro che t’impone tasse troppo alte, ecc.
“Se la tua azienda non riuscisse a pagare i fornitori, che cosa devi fare allora?”
Ti dò questi importanti consigli:
- rivedi i prezzi di vendita e l’elenco dei prodotti, per capire su quali prodotti stai lavorando in perdita;
- rinegozia le condizioni di pagamento se i tuoi clienti ti pagano sempre dopo rispetto a quando tu devi pagare i tuoi fornitori;
- diversifica il rischio di approvvigionamento selezionando più fornitori da mettere in concorrenza tra di loro e suddividere il lavoro con ognuno di loro, in modo tale che la tua azienda non dipenda esclusivamente da un unico fornitore essenziale.
Ricordati di non sottovalutare i debiti con i fornitori.
Essi non sono tuoi amici. Le relazioni di fornitura sono solo rapporti d’affari.
Si tratta sempre e soltanto di business, anche se con il fornitore Luigi giochi a tennis il mercoledì sera e tua moglie è molto amica di sua moglie.
VANTAGGI
Dopo aver letto il contenuto di questo post del mio blog, capisci ora l’importanza di sviluppare subito un solido sistema di controllo di gestione finanziaria affidabile e aggiornato per poter riconoscere immediatamente i 7 segnali della crisi d’impresa?
Il momento in cui ti accorgi che è cominciata la crisi, le azioni che poni in essere immediatamente per eliminare gli errori che ti portano a sprecare gli ultimi soldi che ti sono rimasti, sono elementi fondamentali nel determinare il successo o il fallimento della ristrutturazione finanziaria della tua azienda.
Mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi e fare finta di nulla in attesa di tempi migliori, porterà la tua azienda dritta al fallimento poiché non ci sarà più tempo per salvarla.
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Dottore Commercialista, Revisore Legale dei conti, formatore, blogger, business coach partner esperto in Finanza Aziendale e Crisi d’Impresa.
La mia vocazione è di aiutare gli imprenditori a sviluppare business di successo nonostante la crisi.